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lunedì 8 settembre 2014

Un iPhone. Punto.

Era il lontano 2011 quando un mio collega, felice possessore di un iPhone3GS, durante le pause caffè sponsorizzava a spada tratta il device della Mela Morsicata: ogni giorno mi incantava con funzionalità mirabolanti e la cosa che mi affascinava maggiormente era la capacità di connettersi ad internet.
Era strana l'idea di poter accedere a qualsiasi contenuto online o alle mail da ovunque mi trovassi.

All'epoca possedevo un Nokia N82: si trattava di un apparecchio di fascia alta per quei tempi e rappresentava l'eccellenza tra i telefoni cellulari.
Quel dispositivo mi aveva accompagnato per circa 2 anni ed aveva tutto ciò che si potesse chiedere ad un cellulare; anche qualcosa in più.
Mi permetteva di telefonare, scrivere e ricevere sms/mms, ascoltare musica sia tramite radio sia tramite mp3 e la sua fotocamera a 5Mpx con lenti della Zeiss permetteva degli scatti di tutto rispetto.

Intuivo appena le potenzialità di un iPhone ed ero un po' scettico soprattutto di fronte al prezzo di quel dispositivo che, per essere un cellulare, costava davvero molto. 
Alla fine, da amante della tecnologia e dell'innovazione, mi decisi: nel ottobre 2011 comprai il mio primo iPhone versione 4. 

Ogni giorno scoprivo funzionalità diverse di questo dispositivo e ben presto diventò un compagno insostituibile.
Certo, ero un po' sgomento nel constatare che quell'apparecchio ultra moderno non avesse la radio e lo spazio per inserire una scheda SD ma ben presto compresi quanto la costante connettività potesse supplire abbondantemente a queste apparenti mancanze!
L'Apple Store era un vero vaso di Pandora: tutte le volte che vi accedevo scoprivo applicazioni con capacità mai immaginate prima ma capii in fretta che acquistare tutto ciò che mi passava per la testa non sarebbe stato economicamente sostenibile.

Il JailBreak

Scoprii allora il JailBreak ovvero la possibilità di crackare il dispositivo: le limitazioni imposte dalla casa madre vennero a cadere come per incanto e agganciarsi a Store alternativi permetteva di installare qualsiasi applicazione gratuitamente.
Passò così un anno e le app più scaricate furono ovviamente decine e decine di giochi: come dimenticare le ore passate a lanciare gli uccellini di Angry Birds o le dita che si muovevano all'impazzata per battere il tempo recalcitrante a scorrere più lentamente in Ruzzle!
Il JailBreak durò un anno. Nonostante la sua innegabile utilità comportava anche qualche instabilità del sistema ed alla fine cedetti ai vincoli imposti da Apple reinstallando il sistema operativo iOS originale verso la metà del 2012.

Gli sms/mms: Whatsapp prima, Telegram dopo

Una delle funzioni che senza dubbio ho più apprezzato è stata da subito la possibilità di inviare sms/mms gratuitamente tramite Whatsapp
Ricordo l'euforia nel constatare come le mie bollette telefoniche non si prosciugassero più a fronte di decine di sms quotidiani. E vogliamo parlare degli mms?
Nell'era pre-smartphone erano praticamente una chimera: oltre a costare una follia (da 0,50€ a 1€ l'uno!!) non tutti gli utenti potevano riceverli ed era necessario recarsi sul sito dell'operatore con acrobazie inaudite solo per vedere una foto.
Whatsapp di colpo abbatteva questi limiti con la possibilità di inviare decine di foto agli amici o ai parenti nelle occasioni più disparate.
L'acquisto di Whatsapp da parte di Facebook mi ha deciso ad adottare, e con soddisfazione,Telegram: le due applicazioni convivono egregiamente sul sistema sebbene prediliga di gran lunga Telegram per efficienza e duttilità.

Il Cloud Storage

Tra foto e musica, lo spazio del mio dispositivo iniziò a scarseggiare in fretta.
Come dice il detto "di necessità si fa virtù" e fu così che scoprii il Cloud Storage. 
Dropbox chi era costui?
Per spiegare Dropbox si può pensare ad una chiavetta USB online. In altre parole è come avere una chiavetta sempre con sè dove immagazzinare i propri documenti ma è accessibile via web e sincronizzabile con lo smartphone e qualsiasi computer sul quale si desideri poter accedere ai propri dati. 
Girando su internet scoprii diversi servizi analoghi ma alla fine ho deciso di utilizzare Dropbox per i documenti e OneDrive per le foto: in fondo mi sembrano i migliori servizi di Cloud Storage in circolazione.

I Social Networks

In tutto questo scenario, tra giochi, mail, foto e video, i social network la facevano da padroni: le notifiche su Twitter, Facebook e Linkedin mi davano la possibilità di interagire con followers/amici/contatti praticamente in tempo reale. Nonostante il mio comportamento a riguardo sia profondamente cambiato nell'ultimo anno, devo dire che all'inizio questa abbondanza di comunicazione costituiva una novità davvero inaspettata.

Il navigatore

Verso la fine del 2012, avendo in programma qualche viaggetto in Europa (e non solo), iniziai a guardare la disponibilità di navigatori sull'Apple Store. 
All'epoca GoogleMaps non era molto veloce e comunque, dovendo scaricare le mappe durante la marcia, il suo utilizzo non era adatto a posti con copertura 3G scarsa (dove io vivo) o all'estero (per via del roaming dati che ha costi improponibili).
Non parliamo poi delle mappe della Apple che ancora oggi, nel 2014, sono una sorta di barzelletta.
Alla fine decisi di investire una cospicua sommetta e comprai il TomTom.
Mai acquisto fu più azzeccato: dall'inizio del 2013 ad oggi non conto le volte in cui l'ho usato sia in Italia sia all'estero sopperendo alla mia mancanza cronica di capacità d'orientamento in più di un'occasione.

Il VoIP

Infine il VoIP. La possibilità di effettuare chiamate tramite internet. 
Durante i miei viaggi europei ho conosciuto molte persone di nazionalità differenti. Con alcune ci si scambiava il contatto skype con altre direttamente il numero di cellulare. Ed è così che ho iniziato a cercare una app che mi permettesse di chiamare gratuitamente, o quasi, anche all'estero. Approdai a Mtalk (si veda anche il mio articolo "Mtalk, chiamate VoIP tramite internet) dell'italiana Messagenet e ne rimasi sorpreso: questa app non solo permette di chiamare altri utenti mtalk a costo zero ma anche numeri fissi nazionali ed internazionali a costi contenutissimi con una qualità della voce decisamente superiore a Skype.
La cosa più interessante, però, fu il "meccanismo" inverso. Tutte le volte che vado all'estero acquisto una carta della nazione visitata e, utilizzando il traffico internet dell'operatore straniero, posso chiamare in Italia a costi davvero irrisori.
Quest'anno, ad esempio, girando tra Germania ed Austria ho effettuato quasi 8h di chiamate spendendo poco più di 5€. Non male direi.

Conclusioni sullo smartphone

Uno smartphone è uno strumento eccezionale.
Anche oggi, a distanza di tre anni, il mio iPhone continua a funzionare egregiamente nonostante il vetro frantumato a seguito di ripetute e rovinose cadute.
A conti fatti, un dispositivo di questo genere può comodamente sostituire un cellulare, un navigatore satellitare, un lettore mp3, un internet point, un centro messaggi e chissà quali altri aggeggi tecnologici.
Per questo quando qualcuno mi dice: ma... 700€ per un cellulare è una follia. Beh si, concordo in pieno ma un iphone non è un cellulare!
Oggi attendo la diretta il Keynote della Apple, l'evento annuale di domani (9/9/2014), dove verrà presentato il prossimo iPhone6.

Conclusioni sull'utilizzo

Nell'ultimo anno, complice anche le conoscenze personali fatte che mi hanno molto influenzato, ho compreso come l'uso di un dispositivo di questo genere come dei social network (ma questo sarà oggetto di un altro post) tenda a monopolizzare l'attenzione personale.
L'uso consapevole di questi dispositivi dovrebbe prevedere il confinamento entro certi limiti e solo in alcune situazioni.
Per questo ho ridotto di molto le notifiche automatiche, eliminato lo scaricamento automatico della posta e precluso avvisi sonori o visuali da parte del dispositivo durante cene, lavoro ed altre situazioni dove mi trovo di fronte a visi umani.
Un buon bilanciamento tra tecnologia e rapporti umani, nonostante la potenza di questo strumento, deve sempre regnare sovrana ma certo, la consapevolezza di avere il mondo in tasca è qualcosa alla quale ancora oggi non riesco pienamente a contemplare.

mercoledì 18 giugno 2014

Yara Gambirasio, Motta Visconti e Davide Frigatti: similitudini, diversità

I fatti

Yara Gambirasio: è il 16 giugno 2014 quando, dopo circa 4 anni di indagini, gli inquirenti annunciano di aver finalmente individuato l'assassino di Yara Gambirasio.
Yara è una giovane 13enne che, uscita una sera del 2010 dalla palestra, viene avvicinata da un uomo di 44 anni che le offre un passaggio. 
L'uomo non è il classico sconosciuto dalla quale sarebbe potuta scappare, cercare aiuto, urlare bensì un vicino di casa incensurato, padre di tre figlie della stessa età della piccola.
Una persona conosciuta e facente parte della sfera familiare allargata. "Insospettabile".

Motta Visconti: il giorno dopo, 17 giugno 2014, Claudio Lissi uccide la moglie Cristina e due figli ancora in fasce; dopo aver inscenato una falsa rapina va al bar per vedere la partita dell'Italia ai mondiali e festeggiare la ritrovata libertà. Invaghitosi di una collega che non lo corrispondeva decide di uccidere moglie e figli alla ricerca di una chimera. Anche questo omicidio plurimo avviene nell'ambito familiare. Ed anche in questo caso il coro dei vicini è unanime: "insospettabile".

Davide Frigatti: 18 giugno 2014, Davide Frigatti, 34enne di Cinisello Balsamo esce in strada e in preda ad un raptus omicida, impugna un coltello uccidendo un addetto dell'autolavaggio e ferendo due persone. Quando gli inquirenti lo arrestano sta ancora delirando frasi sconnesse. Anche in questo terzo caso si parla di un "insospettabile" ma questo, al contrario degli altri due non ha nulla a che fare con la sfera della famiglia e le vittime sono state scelte a caso.

Considerazioni

Tutti e tre fatti sono deprecabili e senza dubbio da condannare ma il motivo per il quale ne parlo è che sono accaduti a distanza di poco tempo l'uno dall'altro ed il bombardamento mediatico che ne è conseguito è davvero ingente seppure con sfumature differenti.
I primi due sono omidici in famiglia: un mix morboso di fascino ed orrore, repulsione ed attrazione che si snoda inevitabilmente dentro di ciascuno di noi per questi atti tanto comuni quando efferati.
Ho parlato lungamente di Yara a pranzo con un collega: essendo un padre di famiglia, si è proclamato inerme di fronte all'educazione preventiva da dare ai propri figli.
Da genitore si chiedeva quali fossero i parametri da insegnare alla propria prole per potersi difendere da queste situazioni.
Poche ore dopo ho affrontato il discorso di Claudio Lissi con una cara amica che si è dichiarata scandalizzata dalle motivazioni del delitto di Motta Visconti.
Le motivazioni. Come se cambiassero qualcosa in un triplice omicidio: ci sono forse motivazioni che possano reggere in un atto così scellerato?

Su facebook sono nati diversi gruppi per il linciaggio di entrambi i personaggi. Così come una volta la folla trascinava il colpevole o presunto tale sulla pubblica piazza per la lapidazione, l'evoluzione tecnologica della piazza è diventata il social network dove la rabbia repressa delle persone si esprime in tutta la sua forza.
Opinionisti e giornalisti si alternano per sfoggiare articoli e trasmissioni d'effetto che la gente assimila ed amplifica. Se ne parla al bar, la sera a casa, insultando gli attori di questi atti, condannandoli...
Queste cose fanno molto audience e quindi la notizia viene condita in tutte le salse e da tutti i media invadendo le strade, le case...

Frigatti ne è la conferma. Questa mattina leggevo il giornale: volendo scrivere un articolo sull'argomento mi sono soffermato sulla notizia di quest'uomo.
Arrivato in ufficio ho chiesto se qualcuno avesse saputo di Frigatti ma nulla. Durante il pranzo ho chiesto al collega con il quale parlai di Yara ma niente. Con un sms chiedo alla mia amica con la quale parlai di Lissi ma anche lei non ne sa niente.
Ed in quel momento realizzo che davvero Davide Frigatti non fa notizia o almeno, non quanto ci si aspetta.
Con una macabra logica, la notizia si esaurisce quasi subito.
Non si parla di vicini di casa, di appartenenti allo stesso nucleo familiare ma di un emerito sconosciuto che uccide emeriti sconosciuti e allora nel pomeriggio già non se ne parla più...

Cogne e la sua villetta dove la Franzoni consuma il proprio orrore sul figlioletto, il baretto di Montecchio di Crosara dove Maso recluta gli amici per uccidere i genitori, Prosaglio d'Iseo dove scompaiono i Donegani per mano del nipote o ancora il famigerato Erba: paesi sconosciuti, piccoli, quasi insignificanti ma che sono rimasti scolpiti nella memoria collettiva per i delitti che sono stati perpetrati.
Un elenco infinito di salottini arredati con cura, gerani alle finestre, cucine monoblocco, forni a microonde, talvolta il pianoforte in angolo dove un giorno scatta qualcosa che ribalta la facciata che ognuno si costruisce dietro e si dà sfogo alla frustrazione.
Inutile accusare la televisione, facebook, la società. Questi omicidi ci sono sempre stati. Solo che adesso fanno notizia e sono raccontati.

Chi sono gli autori? Forse dei mostri? No, sono persone come noi.
Il fatto di classificarli come mostri semplicemente mette al riparo la nostra mente dal dubbio.
Si perchè noi SAPPIAMO di non essere mostri; ne siamo sicuri! Ed allora prendiamo le distanze: ci scandalizziamo, facciamo i giudici e giuria e vorremmo lapidarli su pubblica piazza perché così ci sentiamo... a posto con la coscienza.

Non sono uno psicologo e non conosco quali dinamiche scattino nella mente umana che realizza questi gesti. Da amante dei cani, ogni volta penso sempre che loro, a nostra differenza, non compirebbero mai gesti simili, forse perchè non sono ingabbiati in regole sociali che giudicano gli adulteri, forse perchè più liberi di esprimersi senza pregiudizi, di vivere senza troppe domande. Sono consapevole di cadere nella retorica e qualunquismo e per questo invito chiunque legga questo articolo a pensare, semplicemente che queste cose sono sempre accadute e sempre succederanno.
Semplicemente ora fanno più notizia perchè i mezzi di comunicazioni si moltiplicano e perchè queste sono il genere di informazioni che smuovono l'audience.
Non ho risposte per il mio collega e nemmeno per la mia amica ma penso che una possibile soluzione possa essere ascoltare le persone che ci stanno intorno; non basta sentirle, ma bisogna ascoltarle.

Forse potremmo capire di più di ciò che ci circonda... altrimenti rimarremo sempre dei giocatori della domenica che passano da una partitella all'altra sulla spiaggia mentre la partita della nostra vita scorre davanti a noi.