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domenica 16 giugno 2013

Psicologia, neuromarketing, oncologia e neuroscienza: il caso Mirko La Bella

Nel corso della nostra vita incontriamo centinaia di migliaia di persone.
La maggior parte ci lascia indifferenti, altre sanno catturare la nostra attenzione, ma sono pochi coloro che riescono a comunicarci qualcosa di diverso, un'energia che ci avvolge e sa coinvolgerci, che ci porta a voler andare oltre.
Questo è stato, per me, il caso di Mirko La Bella
 
L’ho conosciuto il 5 giugno 2013, in occasione della cena di fine anno degli insegnanti della Fondazione Università Popolare di Torino presso la quale Mirko tiene il corso di Psicologia clinica ed oncologica. Un nome altisonante e, per me, oscuro, che ha catturato la mia attenzione.

E' un tipo poco appariscente, elegante ma non spocchioso; con i suoi occhietti ti scruta in modo intelligente, mai provocatorio e la prima impressione è quella di un ometto gioviale. Quando inizi a parlarci insieme, la prima cosa che noti è una passione straripante per quello che fa e ciò traspare da tutto il suo essere.
Abbiamo parlato di argomenti di scienza e di divulgazione, di PNL e Neuroscienza, di esperimenti pubblicitari nonché di donne… ma, forse, quest'ultimo argomento esula dallo scopo del post :-)
Dopo quella chiacchierata ho deciso di avventurarmi in un'intervista per dare maggiore visibilità al suo corso ed alle sue iniziative perchè, in fondo, è riuscito a suscitare in me l'interesse di esplorare più da vicino ciò di cui si occupa cosa che ritengo essere una qualità della quale pochi si possano vantare oggi come oggi.
 
 
Domanda: Mirko sei un medico e cosa pensi dei medici?
Sono uno psicologo specialista in psicoterapia. 
Non sono medico, ma ho avuto modo di osservare, durante i miei tirocini ospedalieri, il mondo dei medici. 
La parte psicologica, le emozioni, il modo di relazionarsi è stato per troppo tempo considerato dalla medicina ufficiale come qualcosa di legato "alla buona educazione", al "buonismo". Le neuroscienze e le scienze cognitive sono oggi in grado di osservare il funzionamento mentale, per dir così, “in diretta” con Risonanza Magnetica funzionale, elettroencefalogrammi, e altro ancora. 
 
Molto è stato scoperto. Basta pensare ai Neuroni Specchio che spiegano molto di ciò che viene denominata “empatia”, oppure agli studi di Fabrizio Benedetti, neurofisiologo di Torino, sul cervello del paziente (tra l’altro il 23 novembre prossimo sarà per noi un onore ospitarlo in un convegno, gratuito e aperto a tutti, proprio in collaborazione con la Fondazione Università Popolare di Torino presso l'Aula Magna dell'ITIS Avogadro). 
 
La fiducia, ad esempio, è il primo atto terapeutico che passaper un "farmaco", favorendo la produzione dell’ossitocina, un ormone i cui recettori si è scoperto essere presenti all’interno del cervello. La somministrazione di questo "farmaco" avviene attraverso la buona capacità del medico di comunicare e di dare fiducia. Questa capacità è alla base di qualunque terapia e si rivela fondamentale per l’aderenza alle cure proposte. 
Ecco che, grazie a questi studi, si riesce a dialogare con i medici, adottando in parte il loro linguaggio e, di converso, riuscendo a trovare ascolto. Incrementare tali elementi di contatto, oltre che rendere meno stancante il lavoro del medico, garantirebbe meno ricoveri e costi sanitari minori. 
 
Questo è quanto riferisce, ad esempio, il programma di Medicina Narrativa portato avanti dall'Istituto Superiore di Sanità. Il paziente deve essere ascoltato nella sua interezza e non solo "riparato" , pezzo per pezzo, quasi fosse una macchina. La malattia va compresa a 360°. 


Domanda: quali sono le attività lavorative di cui ti occupi attualmente e le loro finalità?
Attualmente sono libero professionista e mi occupo di psicoterapia. Si tratta dello sviluppo di strategie di miglioramento personale. Ma non solo. Mi occupo di divulgazione scientifica e nutro un particolare entusiasmo per una materia: si tratta del neuromarketing
 
Questa nuova disciplina si occupa di capire come i brand, i marchi, dei prodotti che ci circondano influenzino il nostro modo di pensare e di scegliere. In breve, come il marketing sia in grado di modulare la nostra mente. Pensiamoci: se vi dicessi "Ambrogio", scommetto che a molti di voi verrebbe in mente un’azienda in particolare; ma non solo. Verrebbe forse in mente, di tutta la gamma di prodotti che essa vende, solo un prodotto ben preciso; richiamereste alla mente la pubblicità collegata e sapreste dare informazioni chiare e pertinenti sul packaging e sulle caratteristiche del prodotto legate al suo sapore ed alla sua composizione.

Eppure quell'azienda non vi ha mai chiesto di "imparare" tutte queste informazioni. In qualche modo, uno dei nostri neuroni è stato "occupato abusivamente". Credo che sia importante informare le persone di tali tecniche, stimolando quindi acquisti più consapevoli. 
 

Domanda: ci sono fondamenti scientifici? Gli esperimenti sono ripetibili?
Per quanto riguarda la scientificità ed il numero di esperimenti esistono ormai studi ed evidenze forti.
Dall'oncologia al neuromarketing strumenti come Risonanza Magnetica, Tomografia ad Emissione di Positroni e Biofeedback consentono di comprendere il funzionamento mentale e l'esito di terapie. 
La psicoterapia, la cura con le parole, si è rivelata in grado di modificare il metabolismo cerebrale e di agire meglio di molti psicofarmaci.
L’osservazione di parametri immunitari ha peraltro validato l'utilizzo di tecniche "alternative", quali la meditazione e lo yoga. 
E' un periodo storico molto stimolante e le ricerche stanno mostrandoci i limiti di un approccio epistemologico e conoscitivo fondato su una razionalità pura ed esclusiva: siamo esseri umani e lo siamo per la nostra capacità di provare emozioni, molecole di emozioni.
 
Domanda: è la tua prima esperienza come "insegnante"? e come è stata l'esperienza all'Unipop?
Da tempo mi occupo di divulgazione scientifica indipendente, ma questa è la mia prima volta in qualità di "docente" nell'ambito di un corso che dura un anno. L'esperienza all'Unipop mi ha davvero sorpreso. 
Vedere persone molto preparate, interessate ed appassionate di cultura in un momento storico come questo riempie il cuore ed alimenta la speranza. Persone che, dalle 19 alle 23 di sera, dopo giornate di lavoro, vengono a frequentare i corsi non per "passare l'esame" o per "il titolo", ma per imparare e condividere, bè, questo mi ha davvero sorpreso. 
 
Alcuni dei miei allievi, di lezione in lezione, condividevano libri, recensioni e articoli della rubrica "Tuttoscienze" che parlavano di argomenti trattati nel corso, come l'epigenetica o i meccanismi di funzionamento della plasticità neurale. 
L'Università Popolare è una realtà unica. 
Un esempio di come con pochi mezzi economici (non ha sponsor di alcun tipo) si possa condividere cultura di altissima qualità. 
 
 
Domanda: Cosa significa, per i non addetti ai lavori il titolo del tuo corso e perchè potrebbe venir voglia di parteciparvi?
Il titolo del corso che ho il piacere di condurre per il secondo anno è un po’ impegnativo. "Psicologia Clinica ed Oncologica".

La prima parte del titolo si riferisce agli aspetti del funzionamento della mente umana. La lente con cui si
leggeranno tali aspetti è quello della nuova scienza chiamata PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia). Si tratta di una scienza in grado di spiegare come ogni atto psichico, ogni spinta emozionale, sia in grado di modificare il sistema immunitario ed endocrino e neurologico. In questa prima parte si affronteranno i maggiori "disturbi" mentali, intesi non come "malattia",ma come migliore adattamento possibile all'ambiente relazionale e sociale in cui ci sitrova, specie quando veniamo al mondo. La seconda parte del titolo è "oncologica". 
L’obiettivo della seconda parte è, una volta compreso il funzionamento della mente, capire come ci si adatta ad eventi drammatici, quali avere un cancro o convivere con una malattia cronica. 
La seconda parte del corso è studiata in modo da presentare agli allievi dei "mini convegni", a mezzo di lezioni magistrali tenute da alcuni esperti di eccellenza della sanità piemontese. 
Quest'anno abbiamo avuto il piacere di ospitare, tra gli altri, il Dott. Alessandro Comandone, primario di oncologia dell'ospedale Gradenigo, insieme ad Ernesto Bodini, dell'associazione Gruppo Italiano Tumori Rari onlus
 
Abbiamo avuto anche molte altre associazioni che, oltre alla partecipazione diretta nelle lezioni, hanno concesso il patrocinio al corso quale indice di qualità. 
Devo quindi nominare e ringraziare, oltre al Gruppo Italiano Tumori Rari, anche l'associazione RAVI (Ricominciare a vivere dopo il cancro al seno), l'associazione VIP Torino (Viviamo in Positivo Onlus) con i fantastici clown di corsia e la SIPNEI Sezione Piemonte (Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia). Un doveroso ringraziamento è massimamente dovuto a coloro che hanno creduto in questo progetto e hanno permesso la sua realizzazione: il Dott.Eugenio Boccardo (Presidente della Fondazione Università Popolare di Torino) e il Dott.Enrico Maria Panattoni (Coordinatore Didattico).
 
Il corso è impegnativo: del resto, scoprire come funziona la nostra mente e come possiamo usarla al meglio nella salute e nella malattia credo possa interessare molte persone.
In particolare, il corso di quest'anno ha visto partecipare alcuni malati, familiari ed operatori desiderosi di essere aggiornati. Mi ha fatto piacere anche avere tra i discenti alcuni studenti di psicologia e cultori della materia. 
Quest'anno la "classe" è stata straordinaria; un gruppo formidabile che ha reso possibile incontri e collaborazioni anche tra i membri della classe stessa, in un’ottica di supporto e condivisione. Basti pensare che alcune persone sono andate a fare volontariato in associazioni incontrate a lezione e ad una studentessa di psicologia è nata l'idea di fare una tesi di laurea proprio in psicologia oncologica.
 

Domanda: quali sono le motivazioni che ti hanno spinto ad avvicinarti a questa "disciplina"?
Ho sempre amato la psicologia clinica ma, causa alcune vicende personali, mi sono trovato a stretto contatto con il mondo dell'oncologia. Poi ho svolto il tirocinio di specializzazione in strutture di psicologia clinica ed oncologica ed ho pensato di trasformare le crisi che ho subito in opportunità di condivisione. Avere superato tanti momenti difficili mi permette oggi di godere di una doppia prospettiva: da “operatore” ma, soprattutto, da "paziente". Quel tipo di prospettiva che ti mette in grado di cogliere aspetti e collegamenti che non trovi sui libri, ma nella vita.
Che dire...
Complimenti a Mirko La Bella; il prossimo anno non mi dispiacerebbe partecipare al suo corso e spero, con questa intervista, di aver invogliato il lettore a fare lo stesso o, quanto meno, ad approfondire questo argomento.